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14/01/2013 09:05:36

Una scia infinita di “Molecole d’amore” nell’opera di Antonina Crimi

E’ la frase che mi  tormentava lungo il tragitto di strada che mi conduceva in auto verso l’Auditorium di  Gibellina. Dove, nel tardo pomeriggio, sarebbe stato presentato il volume di poesie “Molecole d’Amore” della poetessa salemitana Antonina Crimi, alla presenza del sindaco arch. Rosario Fontana, il dott. Tullio Sirchia, la prof. Franca Salamone e la poetessa Rosanna Sanfilippo. Spesso si è vittime di pregiudizi. Confesso di aver temuto ( non me voglia l’autrice) di imbattermi nell’ennesima pretenziosa autrice di versi, che numerose popolano il mondo dell’editoria.  Ammetto subito di essere stato smentito clamorosamente e sono felice  di essermi dovuto ricredermi. Le cose più belle succedono sempre per caso. Non sono né cercate né programmate. Le cose più belle sono quelle che semplicemente accadono. Le cose più belle sono quelle che appaiono magiche e sono semplicemente le cose più belle. E’ ciò che mi e accaduto ascoltando e leggendo le poesie di Antonina Crimi. Da una breve introduzione letta da Rosanna Sanfilippo, poetessa del gruppo Sikania, abbiamo appreso alcune notizie biografiche che meglio ci fanno capire il personaggio di cui stiamo parlando. Intanto che quella di oggi  è l’ultima di una lunga serie di raccolte, iniziata nel lontano 1974 con le antologie “Forte della libertà” e “Scopello”. Precedentemente su di lei aveva espresso un giudizio più che lusinghiero il grande poeta toscano Mario Luzi. Cosa che la spronò a continuare il faticoso e tormentato cammino poetico intrapreso da giovanissima. In quel di Torino, dove si trasferisce per motivi di lavoro, ha il privilegio e l’opportunità di frequentare ambienti artistici e letterari e di frequentare il caffè letterario “Achille” e l’associazione dei poeti “P.A.N.I.S.”. Mentre a Milano entra in contatto con i Poeti di Piazza San Marco, capitanati dal modicano Giurdanella, amico di Salvatore Quasimodo. Nel 1994 per i tipi della La Rosa ha pubblicato l’antologia “Quelli della Rosa”.  Chi bazzica il mondo dell’editoria, o è semplicemente un appassionato lettore, lo sa già: la poesia non è per  tutti. Anzi, è per pochi (pochissimi), come diceva Wislawa Szymborska in un celebre componimento. Anche tra i lettori Doc, quanti libri di poesia posseggono in libreria, in percentuale, sul totale dei titoli? Qualcuno, tra chi sta leggendo questo mio articolo, sa dire il nome del primo poeta contemporaneo che gli viene in mente? Ne dubito. Quante volte ci è capitato di leggere sui siti delle case editrici “non si pubblicano volumi di poesia” nell’informativa rivolta ad aspiranti esordienti? Eppure quante volte avete sentito qualcuno dei vostri conoscenti ammettere di aver scritto (e magari pure pubblicato) un libretto di poesie con qualche piccolo editore? Tutti le vogliono scrivere, nessuno le legge: anche questo in Italia è un dato di fatto. E quindi, onore ai (veri) poeti e soprattutto ai lettori di poesia, innanzitutto. E Antonina Crimi poetessa lo è, vera e con il massimo dei carati. Bene ha fatto il professore Tullio Sirchia, presente all’evento in qualità di autorevole pigmalione della serata,  a  soffermarsi, considerarla emblematica, tra le tante,  la poesia intitolata “Elogio della Parola”: Parole/ parole che ti seducono/come nuvole bianche/parole/che danzano nell’aria/come note. /Parole subdole/narcotiche/parole omicide/violente/che trafiggono il cuore/ e uccidono la mente./ Parole primordiali /calde/in cui entri/come in acqua termale. Ecco la grandezza semplice di questa misteriosa e suadente scrittrice. Il dottor Sirchia, a proposito di questa  composizione, ha dato un giudizio illuminante, che credo valga per l’intera opera  di questa poetessa dal tratto lieve e che inevitabilmente ti penetra dentro, fino negli angoli più reconditi dell’animo. Dice Sirchia: “ questa poesia sviluppa un discorso sul potere civilizzante della parola a partire dalla parola paralata a quella scritta, stampata e alla parola ibridata dell’audiovisivo. Per infine soffermarsi sulla parola poetica che è ‘sferica, mobile’ cioè assume molteplici forme per suggerire e far intuire gli infiniti mondi dell’anima e della fantasia.” Avendole ascoltate più volte nel silenzio del mio studio, tramite l’audiovisivo prodotto dalla ISMECAlibri, con la voce di Rossella Dassu, il giudizio lo condivido e lo estendo con assoluta convinzione a tutte le poesie in esso contenuto. No ci resta che seguire l’invito che Antonina Crimi ci lancia: Quando vai/ per le vie del mondo/ guarda negli occhi/ i tuoi fratelli/tendi le mani/lascia/ una scia infinita/ di molecole d’amore. E ciò che faremo, tentando di attraversare “il vetro del silenzio” che ci separa dagli altri.

Franco Lo Re